Tutti i nuovi servizi di Apple Music: dallo streaming alla radio
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Apple Music, forte di una base di utenti straordinariamente ampia, gli ottocento milioni di account di iTunes, è entrata nel mondo dello streaming non per giocare una partita, ma per vincerla.
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Il mercato della musica digitale è in costante evoluzione e lo scorso anno, secondo i dati Ifpi, le revenues della musica digitale hanno equiparato quelle dei prodotti fisici, il 46% ognuna, mentre il restante 8% arriva all’industria della musica dai “diritti connessi”, di riproduzione e sincronizzazione.
Il download domina ancora, rappresentando il 52% dei guadagni, contro il 23% dello streaming a pagamento, il 9% dello streaming gratuito sostenuto dalla pubblicità e un 15% di altre forme di monetizzazione della musica “smaterializzata”.
A crescere in maniera esponenziale in questi ultimi tempi è comunque lo streaming, soprattutto quello in abbonamento, che oggi coinvolge più di 41 milioni di persone nel mondo ed è cresciuto del 39%, mentre quello gratuito sostenuto dalla pubblicità è cresciuto del 38%.
Per Apple, che domina incontrastata il mercato del download, ma non era presente in quello dello streaming, era del resto fondamentale dare una svolta, offrendo un servizio il più completo possibile sul mercato, quindi integrando quattro servizi diversi in un unico prodotto.
Il primo, che resta il “core” del prodotto, è iTunes con il suo download, per chi ama avere la musica disponibile offline sempre, avere il possesso di un brano o di un album, per chi non consuma la musica in maniera distratta o casuale.
Il secondo servizio è lo streaming che prevede ovviamente l’ascolto on demand di ogni singolo brano dei 30 milioni disponibili nel catalogo, la creazione di playlist personalizzate, l’ascolto delle playlist realizzate dai curatori del servizio, l’ascolto offline di brani, album e playlist.
Il servizio base non si differenzia da gli altri, ma l’integrazione con iTunes mette a disposizione nuovealternative: si cerca un artista attraverso Apple Musica o il proprio personale database di iTunes, compare così l’elenco delle canzoni e degli album disponibili, si può avere un ascolto “mirato” o lasciare l’ascolto casuale, creare una stazione radio basata sull’artista, condividere il brano, aggiungerlo a una playlist o cercarlo in iTunes per il download.
Il terzo servizio offerto è quello video: Apple Music consente di vedere videoclip, nonostante non ci sia ancora un’offerta ampia come su YouTube o Vevo, ma l’integrazione dei video all’interno di un unico sistema, con download e streaming è fondamentale per raggiungere più utenti.
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Quarta e ultima offerta integrata in Apple Music è il “follow”, ovvero la possibilità di “seguire” un artista, ricevendo aggiornamenti e informazioni, o anche di seguire un curatore, un genere, ma non altri utenti di Apple Music.
L’idea è quella di ottenere news, foto, brani inediti o clip, o semplicemente messaggi e aggiornamenti dagli artisti preferiti.
Per ora non c’è gran movimento, ma il servizio può migliorare, con il maggior uso da parte degli artisti, direttamente o tramite i loro pr.
Ma l’effettivo ‘elemento distintivo di Apple Music, quello che lo rende diverso da tutti gli altri, è la scelta di proporre agli utenti la radio in due formati, quello classico della Internet Radio, con canali tematici privi di conduttori, e quello della radio vera e propria, con una programmazione, dei dj, delle voci, una conduzione costante.
La radio si chiama Beats 1, ed è curata da Zane Lowe, trasmette da Los Angeles e da Londra, ed è la prima radio che si ascolta con la stessa programmazione nello stesso momento in tutto il mondo.
Si tratta quindi una radio planetaria, insomma, che trasmette in inglese, che ha una selezione non basata su un’unica generale playlist ma sulle scelte dei singoli conduttori e si ascolta unicamente tramite smartphone o pc; non ha un palinsesto basato sugli orari, visto che non rispetta i fusi, quindi non prevede il concetto di tempo.
La programmazione, almeno per il momento, è molto raffinata, si va dal rock alla ambient music, dall’hip hop alla world music, non ci sono troppi hit da classifica, scelta ragionevole se si pensa che Beats 1 trasmette contemporaneamente in tutto il mondo, e anche se è tutta in inglese ci sono molti promo in tutte le lingue possibili.
Tale scelta è rischiosa, ma si muove nella direzione in cui stanno andando tutti i servizi di streaming, soprattutto i due più grandi, tali Spotify e Deezer, che tendono a “umanizzare” quello che fino ad oggi è stato solo tecnologico e a differenziarsi offrendo, addirittura, contenuti non musicali, proprio come una radio vera e propria.
Beats 1 punta solo sulla musica, sulle scelte dei dj, sul flusso continuo 24 ore al giorno, per tutti quelli che non vogliono dover scegliere, che già usano le playlist più che lo streaming on demand e vogliono essere orientati nel grande mare della musica disponibile on line, mare che cresce ogni giorno con artisti sempre diversi e nuovi, dei quali è praticamente impossibile, per una persona normale, tenere traccia o avere notizia.
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