Apple multata: ha violato le norme antitrust sugli ebook

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Apple ha violato le norme antitrust sugli ebook: questo il verdetto della Corte d’appello di New York, che ha confermato la sentenza emessa dal giudice distrettuale Denise Cote nel 2013.
La Mela è colpevole di aver creato un cartello con gli editori per aumentare artificiosamente il prezzo degli ebook e così spingere Amazon a rivedere il proprio modello di business.
I fatti risalgono nello specifico al 2009, quando Cupertino si preparava a lanciare il primo iPad e con esso l’iBook Store; all’epoca il 90% degli ebook era in mano ad Amazon che offriva le novità editoriali digitali in contemporanea a quelle cartacee, ma a un prezzo molto più basso: 9,99 dollari.
Era pertanto difficile competere mantenendo un margine di guadagno, così – secondo la sentenza – Apple avrebbe «giocato un ruolo centrale nel facilitare» un aumento dei prezzi formando un cartello con cinque colossi editoriali (Hachette, HarperCollins, Mcmillan, Penguin e Simon&Schuster).
L’obiettivo era allineare il prezzo dei libri digitali a quello dei compagni cartacei passando dai 9,99 dollari di Amazon a 12.99 o 14.99 dollari: una mossa confermata dallo stesso Steve Jobs che in un’email a James Murdoch, figlio del fondatore di News Corp e proprietario di Harper Collins.
Come dimenticare il momento del lancio dell’iPad, quando Jobs comprò in diretta un ebook a 14,99 dollari? In quell’occasione il fondatore rispose a un giornalista che gli chiedeva per quale ragione avremmo dovuto acquistare libri a un prezzo più alto: «Presto tutti i prezzi saranno uguali».
Ed è qui che entrano in gioco le norme Antitrust, chiamate in causa da 33 stati statunitensi insieme al dipartimento di giustizia: questo aumento artificioso si sarebbe tradotto in prezzi più alti per i consumatori, talvolta anche del 50% in più, in profitti illeciti per Apple e per gli editori alleati, oltre che in una pratica scorretta contro un concorrente.
La decisione finale di oggi conferma quindi la multa di 450 milioni di dollari a danno di Apple, che comunque si difende affermando di non aver cospirato contro Amazon: «Siamo delusi che il tribunale non abbia riconosciuto l’innovazione e la scelta che l’iBook Store ha portato ai consumatori», afferma l’azienda in una nota. «Sappiamo di non aver fatto nulla di male nel 2010 e stiamo valutando i passi successivi».
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