Appello a Enrico Letta contro l’aumento dell’aliquota IVA sugli abbinamenti editoriali

Alla c.a. dell’On. Presidente Enrico Letta Presidenza del Consiglio dei Ministri Piazza Colonna, 370 00186 Roma
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Signor Presidente,
le imprese dell’editoria quotidiana, periodica e libraria, della musica e dell’editoria audiovisiva esprimono disappunto e preoccupazione per la posizione assunta dai rappresentanti del Governo nel corso dell’esame da parte delle competenti Commissioni del Senato dell’articolo 19 del decreto legge n. 63/2013 (A.S. 783), che aumenta l’aliquota IVA – dal 4% al 21% – sui beni ceduti in un’unica confezione con giornali e libri (per lo più contenuti digitali, musica, film e fiction) al fine di prevedere la copertura finanziaria alle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per l’acquisto di mobili.
Nel corso dell’audizione del 18 giugno scorso, le associazioni del settore hanno sottolineato l’illogicità di tale disposizione che colpisce un comparto, quello dell’editoria e dell’industria culturale, che attraversa una grave crisi, insieme congiunturale e strutturale.
L’inasprimento fiscale non riguarda i soli gadget – come pure ha sostenuto qualche esponente del Governo – ma beni (supporti integrativi e beni funzionalmente connessi) che integrano e completano giornali e riviste, così come un’ampia serie di prodotti che arricchiscono il contenuto dei libri consentendone la loro piena fruizione – come eserciziari, audio-letture, integrazioni audiovisive, e soprattutto contenuti digitali innovativi – svolgendo un’importante funzione sociale per la promozione e la diffusione della cultura a costi contenuti per le famiglie italiane.
E’ con rammarico che abbiamo assistito, nel corso dei lavori delle Commissioni del Senato, all’atteggiamento di totale chiusura da parte dei rappresentanti del Governo rispetto ad ogni ipotesi emendativa, con la giustificazione dell’insufficiente copertura finanziaria delle stesse: ignorando anche come la scomparsa (o comunque la consistente riduzione) del mercato dei prodotti editoriali ceduti con supporti integrativi e beni funzionalmente connessi crei un danno irreparabile all’intera catena produttiva e distributiva della stampa e dell’editoria, accelerando il processo di riduzione delle imprese di distribuzione locale e del numero delle edicole. Una chiusura che non ha tenuto in alcun conto, tra l’altro, dei rilievi fatti dal Servizio Bilancio del Senato (Nota n. 8) che dimostrano come la copertura oggi individuata dal Governo è sovrastimata e non prende in considerazione gli effetti indotti in termini di minore imposte sul reddito derivanti da questa norma.
Riteniamo, pertanto, che sia opportuno e necessario un cambiamento di atteggiamento da parte del Governo e dei suoi rappresentanti. Rivolgiamo a Lei e, tramite Lei, a tutto il Governo, l’appello ad un ripensamento sulla questione non fosse altro per l’assurdità di una disposizione che, per aiutare – per un tempo limitato – un settore in crisi, danneggia pesantemente il complesso del settore editoriale/culturale e distrugge – per sempre – il mercato dei beni ceduti con giornali e libri. Auspichiamo, nel prosieguo dell’esame del provvedimento da parte del Parlamento, un impegno del Governo nel trovare le necessarie coperture alle ipotesi emendative che salvaguardano il trattamento agevolato dei supporti integrativi e dei beni funzionalmente connessi ai contenuti editoriali di libri e giornali, a beneficio dei consumatori e delle nostre imprese.
La ringraziamo per l’attenzione e, in attesa di un Suo cortese riscontro, Le porgiamo distinti saluti.
Marco Polillo – Presidente AIE e Confindustria Cultura Italia
Enzo Mazza – Presidente FIMI
Giulio Anselmi – Presidente FIEG
Roberto Guerrazzi – Presidente UNIVIDEO
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