App e messaggi gratis, i segreti di WhatsApp
E’ la più corteggiata del mondo ma, almeno per adesso, preferisce rimanere da sola. E’ WhatsApp, l’applicazione di messaggistica che ha conquistato il mondo ma che, finora, rifiuta le avances di chi vorrebbe acquistarla, Google e Facebook in primis.
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I messaggi da 99 centesimi l’anno per ora non sono in vendita e si permettono anche di snobbare la pubblicità. Ma ha più utenti di Twitter e si calcola che entro i prossimi tre anni farà perdere alle aziende telefoniche la cifra da capogiro di ben 54 miliardi.
Si può dire, quindi, che ha già rivoluzionato il modo di comunicare di milioni di utenti. 250, per la precisione, in soli 4 anni di attività. Il successo di WhatsApp (che nasce da un gioco di parole dall’espressione inglese What’s up, che significa come va) deriva dal fatto che si appoggia a Internet ed è disponibile per tutti i sistemi operativi mobili.
Ma se dice no alla pubblicità e i costi per gli utenti sono davvero limitati, come guadagna la società lanciata nel 2009 da Jan Koum e Brian Acton, i due ex dipendenti di Yahoo di 37 e 44 anni che hanno fatto bingo con la loro creazione? Con i semplici dowload dell’applicazione, anche se ogni sistema operativo prevede un diverso piano tariffario: gli utenti iOS, ad esempio, pagano 0.99 centesimi al momento del download, mentre gli altri hanno l’app a disposizione gratis per i primi 12 mesi e poi devono sborsare un canone annuale sempre di 99 centesimi.
Il futuro è tutto roseo, quindi, per l’applicazione di Koum e Acton? Sicuramente sì. Nel 2014 si stima che si conteranno 50 miliardi di messaggi scambiati con WhatsApp contro i 21 dei messaggi tradizionali. C’è solo un’ombra da allontanare: quella della Privacy, come quella italiana, che vuole sapere come vengono utilizzati i dati degli iscritti dato che per poterla usare, si deve consentire all’app l’accesso alla propria rubrica telefonica.
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