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Alcol e salute: in Italia 8 milioni di consumatori a rischio e l’importanza di una consapevolezza maggiore

  • Redazione Assodigitale
  • 19 Aprile 2025
Alcol e salute: in Italia 8 milioni di consumatori a rischio e l'importanza di una consapevolezza maggiore

Consumo di alcol in Italia: dati recenti

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Nel 2023, circa 8 milioni di italiani con un’età superiore agli 11 anni hanno consumato alcol in quantità tali da compromettere la loro salute. Di questi, 4 milioni e 130 mila individui hanno riferito di aver praticato binge drinking, cioè bevuto con l’intento di ubriacarsi. Sono circa 780 mila i cosiddetti “consumatori dannosi”, ovvero coloro che hanno sviluppato danni fisici o mentali a causa dell’assunzione di alcol e che avrebbero bisogno di un intervento clinico. Tuttavia, solo l’8,1% di queste persone riceve supporto dal Servizio Sanitario Nazionale.

Indice dei Contenuti:
  • Alcol e salute: in Italia 8 milioni di consumatori a rischio e l’importanza di una consapevolezza maggiore
  • Consumo di alcol in Italia: dati recenti
  • Le fasce più vulnerabili
  • Binge drinking e comportamenti a rischio
  • Impatto sulla salute e necessità di intervento
  • Strategie di prevenzione e consapevolezza


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Le statistiche, diffuse in occasione dell’Alcohol Prevention Day 2025 dall’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità (Ona-Iss), rivelano che non ci sono stati significativi miglioramenti nei comportamenti a rischio associati al consumo di alcol in Italia. Tra i circa 36 milioni di consumatori di alcol registrati, il 77,5% sono uomini e il 57,6% donne. Tra i giovani di età compresa tra 11 e 24 anni, i consumatori a rischio ammontano a 1 milione e 260 mila, di cui 615 mila sono minorenni. È allarmante notare che, tra le ragazze di età compresa tra 11 e 17 anni, il 13,3% assume alcol a livelli preoccupanti.

Le fasce più vulnerabili

Nel panorama del consumo di alcol in Italia, emergono con preoccupazione le fasce più vulnerabili della popolazione. Stando ai dati recenti, **minori, adolescenti, donne** e **anziani** sono i gruppi più a rischio, frequentemente sottovalutati. Tra i giovani, la situazione è allarmante: circa **1 milione e 260 mila** tra gli 11 e i 24 anni consumano alcol in modo problematico, con una presenza di **615 mila** minorenni che si trovano nella stessa condizione. In particolare, il tasso di consumo di alcol tra le ragazze di età tra 11 e 17 anni si attesta al **13,3%**, il che sottolinea un problema crescente che merita seria attenzione.

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Le donne, in particolare, stanno evidenziando un aumento significativo nel consumo di alcol, registrando un incremento dell’**80%** nelle pratiche di binge drinking negli ultimi dieci anni. Inoltre, la modalità di consumo si sta diversificando: un **23,9%** delle donne dichiara di bere alcol al di fuori dei pasti, con un milione e **230 mila** che lo fanno con l’intento di ubriacarsi.

Risulta altresì preoccupante l’aumento dei disturbi da uso di alcol nella popolazione anziana, categoria nella quale si registra un’incidenza elevata di problemi legati all’alcol che non riceve il giusto trattamento. Questo scenario richiede un intervento mirato, sia dal punto di vista preventivo che terapeutico, per garantire una corretta assistenza e ridurre il rischio di danni a lungo termine per questi gruppi a rischio.

Binge drinking e comportamenti a rischio

Il fenomeno del binge drinking sta assumendo proporzioni allarmanti nel contesto italiano, coinvolgendo una fetta sempre crescente della popolazione, in particolare tra i giovani. Nel 2023, i dati rivelano che oltre 4 milioni e 130 mila italiani hanno partecipato a questo comportamento, il che comporta un consumo eccessivo di alcol finalizzato all’ubriacatura. Si stima che circa 1 milione e 260 mila giovani, nella fascia di età compresa tra 11 e 24 anni, si trovino in situazioni di consumo a rischio, comportandosi così in modo pericoloso per la loro salute.

Particolarmente significativo è il dato che evidenzia un aumento delle pratiche di binge drinking fra le donne, che sono passate dal 2,5% nel 2013 al 4,5% nel 2023, un incremento dell’80% nel corso di dieci anni. Lo scenario si complica ulteriormente se si considerano le modalità di consumo: oltre il 23,9% delle donne ammette di bere alcol al di fuori dei pasti e, di queste, oltre 1 milione e 230 mila lo fanno con l’intento specifico di ubriacarsi.

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Questi dati mettono in luce non solo un crescente problema di salute pubblica, ma anche un cambiamento nei modelli di comportamento, in cui il consumo di alcol non è più relegato a contesti tradizionali, ma si verifica anche in situazioni quotidiane. Una presa di coscienza e un intervento immediato sono fondamentali per affrontare questa emergenza e contenere le conseguenze a lungo termine che il binge drinking può provocare sulla salute fisica e mentale degli individui, in particolare dei più giovani. Le istituzioni sono chiamate a scattare un campanello d’allerta e sviluppare misure complesse di prevenzione e sensibilizzazione per affrontare questa problematica in continua evoluzione.

Impatto sulla salute e necessità di intervento

Il consumo eccessivo di alcol ha conseguenze devastanti sulla salute degli individui, con un aumento preoccupante dei danni fisici e mentali nella popolazione italiana. Attualmente, circa 780 mila persone soffrono di danni diretti legati all’alcol e presentano un bisogno evidente di un trattamento clinico. Tuttavia, solamente l’8,1% di questi soggetti riesce a ricevere il supporto necessario dal Servizio Sanitario Nazionale, evidenziando lacune significative nell’accesso alle cure. Il sistema sanitario si trova dunque di fronte a una sfida emergente: come riuscire a rivitalizzare un approccio che garantisca assistenza e supporto adeguato a questa popolazione vulnerabile.

Le statistiche mostrano un incremento della mortalità attribuibile all’alcol, specialmente tra le fasce produttive della società. Questo trend minaccia di annullare qualsiasi speranza di progressi nel campo della salute pubblica, vanificando gli sforzi compiuti fino ad oggi. La problematica si acuisce ulteriormente se si considera il ruolo da protagonisti di minori, adolescenti, donne e anziani, gruppi che, seppur colpiti in maniera differente, tendono a ricevere meno attenzione e risorse.

In questo contesto, il compito di integrare misure preventive e terapeutiche risulta prioritario. È fondamentale garantire che le strutture sanitarie siano dotate delle risorse necessarie e che le politiche di intervento mirate alle problematiche legate all’alcol siano sottoposte a una revisione approfondita. La consapevolezza sui rischi legati all’uso di alcol deve diventare un aspetto centrale delle strategie sanitarie e educative, per combattere attivamente le problematiche collegate al consumo eccessivo e promuovere stili di vita più salutari.

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Strategie di prevenzione e consapevolezza

Per affrontare l’allarmante situazione legata al consumo di alcol, è cruciale sviluppare strategie di prevenzione mirate e potenziare la consapevolezza nella società. Secondo Emanuele Scafato, direttore dell’Ona-Iss, l’attenzione deve concentrarsi su categorie vulnerabili come minori, adolescenti, donne e anziani, attraverso interventi specifici nei luoghi di aggregazione e azioni educative nelle scuole. Le istituzioni sono chiamate a intensificare gli sforzi per prevenire il consumo nocivo di alcol, integrando campagne informative e programmi di sensibilizzazione per i giovani sull’importanza di stili di vita sani.

È essenziale garantire che il Servizio Sanitario Nazionale riceva adeguate risorse per riformare le reti di assistenza, implementando linee guida efficaci per il trattamento dei disturbi da uso di alcol. L’aumento della consapevolezza sui rischi legati al consumo di alcol non solo supporta i singoli e le famiglie, ma si allinea anche agli obiettivi stabiliti dalle strategie delle Nazioni Unite, necessarie per mitigare le conseguenze a lungo termine del consumo di alcol, mirate al miglioramento della salute pubblica.

In particolare, è fondamentale che i progetti di prevenzione siano adattati ai contesti locali, coinvolgendo le comunità nel processo decisionale per garantire un approccio integrato e sostenibile. Collaborazioni tra enti pubblici e privati, assieme a iniziative scolastiche e comunitarie, possono contribuire a creare un ambiente protettivo che incoraggi decisioni informate e responsabili riguardo all’uso di alcol. Solo attraverso un impegno collettivo e una visione lungimirante si potrà affrontare efficacemente il fenomeno del consumo di alcol e i rischi ad esso associati.


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