Alberto Matano condivide la sua esperienza sul primo bacio e la libertà di essere sé stessi
La storia di Rocco e Alberto Matano
Alberto Matano ha sempre nutrito il sogno di scrivere un romanzo, un desiderio che lo accompagna fin dalla sua infanzia. Il suo primo lavoro, **Vitamia**, edito da **Mondadori**, introduce il lettore a **Rocco**, un giovane siciliano che si trasferisce a **Roma** per affrontare nuove sfide, non solo legate alla vita nella grande città, ma anche all’amore e alla scoperta della propria identità sessuale. La narrazione si sviluppa attorno ai momenti di crescita e ai contrasti che il protagonista vive, rappresentando un percorso di autoaccettazione e consapevolezza.
Quando gli viene chiesto quanto di sé risuoni nel personaggio di **Rocco**, Matano riconosce dei punti in comune: entrambe le figure vivono esperienze formative ed emotive in contesti nuovi. La storia di Rocco è anche quella di molti giovani che, come lui, cercano il proprio posto nel mondo, affrontando sia le gioie che i dolori che accompagnano il processo di crescita. Matano ha scelto di non rendere il suo romanzo semplicemente un racconto biografico, ma piuttosto un arazzo di esperienze personali e universali, legate da temi di amore, lotta e scoperta che trascendono le singole vite.
Il romanzo non è solo un’esplorazione della sessualità, ma anche un viaggio attraverso la cultura e i valori di una società in cambiamento. Matano, con la sua prosa intima e coinvolgente, invita i lettori a riflettere su questioni di identità, rappresentazione e accettazione, attraverso gli occhi di **Rocco** che, pur sfidando le convenzioni, cerca di comprendere chi è realmente.
Il trasferimento a Roma e l’indipendenza
Il passaggio di **Rocco** a **Roma** segna un momento cruciale, rappresentando un’epifania dell’indipendenza. **Alberto Matano** racconta la sua personale esperienza di trasferimento, riconoscendo la differenza tra visitare la capitale italiana e viverla come abitante. Da giovane di diciotto anni, il trasferimento ha costituito una vera e propria “presa di coscienza” rispetto alla gestione della propria vita e delle proprie responsabilità. L’emozione di vivere in una città con una storia così ricca e complessa è accompagnata dall’urgenza di imparare a destreggiarsi nel contesto urbano.
Matano ricorda come all’inizio avesse una visione romantica della vita indipendente, ma presto si è scontrato con la necessità di pianificare un bilancio mensile. Le spese si accumulano rapidamente e la consapevolezza di dover gestire le finanze è diventata un insegnamento prezioso. La scelta di acquistare una giacca di cotone bianca, che ha consumato gran parte del suo budget, è simbolica: rappresenta una fase di scoperta e, al contempo, una lezione di responsabilità. Con il tempo, Matano ha sviluppato un approccio più prudente verso le cose materiali, imparando a mettere in primo piano ciò che realmente conta nella vita.
Questa esperienza di indipendenza ha permesso a Matano di crescere non solo come individuo, ma anche come professionista. Ha cercato di bilanciare le aspirazioni personali con le sfide quotidiane, consentendo così una maggiore maturazione. Il passaggio a **Roma**, quindi, non è stato un semplice trasferimento, ma un processo di costruzione dell’identità, una tappa fondamentale nel percorso che lo ha portato a scoprire non solo se stesso, ma anche il mondo che lo circonda.
Sogni di carriera e creatività
Alberto Matano ha sempre vissuto un forte legame con la creatività, un aspetto che ha nutrito sin dalla giovane età. Fin da bambino, sognava di realizzarsi in una professione che non solo valorizzasse la sua immaginazione ma che permettesse anche di esprimere pubblicamente le proprie idee. Il suo sogno oscillava tra due aspirazioni distinte: da un lato, la passione per il giornalismo, dall’altro l’attrazione verso l’architettura. Matano riconosce che entrambe le strade erano per lui una forma di creatività, ma alla fine è stato il racconto, la narrazione, a prevalere nel suo cammino.
Durante il suo percorso formativo, ha scelto di iscriversi a Giurisprudenza per ragioni pratiche, credendo che questa scelta avrebbe aperto molte porte. Tuttavia, si è rapidamente reso conto che seguire un sentiero così connotato non gli permetteva di esprimere il suo vero io. La scoperta del talento naturale per la comunicazione ha spinto Matano a concentrarsi sul giornalismo televisivo. Il suo sogno, fin da ragazzo, era proprio quello di lavorare come giornalista in un contesto di grande visibilità, un desiderio che ha trasformato in realtà quando ha iniziato a lavorare per il **TG1**.
Affrontando le sfide del suo percorso professionale, Matano ha avuto l’opportunità di mettersi sempre in gioco, senza mai nascondersi. Ha avuto il coraggio di esporsi e di seguire il proprio istinto, creando un legame profondo con il pubblico. Tuttavia, riconosce anche i momenti di vulnerabilità, quelli in cui desiderava solo ritirarsi e rifugiarsi nel proprio mondo. Questi contrasti hanno contribuito non solo a formare la sua identità artistica ma hanno anche modellato il suo approccio alla vita e alla carriera, culminando in un forte desiderio di autenticità e connessione con gli altri.
L’impatto della famiglia e delle esperienze personali
Le radici familiari di **Alberto Matano** giocano un ruolo cruciale nella sua formazione e nella sua visione del mondo. Cresciuto in un contesto nel quale i valori come la giustizia e i diritti civili erano al centro, ha avuto la fortuna di avere una madre, **Marisa**, che ha incarnato questi principi. **Marisa**, in qualità di assessora ai servizi sociali, ha affrontato sfide non solo professionali ma anche personali, insegnando al figlio l’importanza di non cedere di fronte alle avversità. La sua fermissima attitudine è stata fonte di ispirazione, un modello da seguire in un percorso che richiede resilienza e determinazione.
Matano ricorda con affetto la lezione fondamentale ricevuta dalla madre: affrontare le prese in giro con dignità e senza permettere che questi momenti avessero un impatto negativo sul suo benessere. Questa filosofia ha formato il suo carattere, spingendolo ad abbracciare la diversità e a combattere contro le ingiustizie. La connessione con **Rocco**, il protagonista del romanzo **Vitamia**, è in parte dovuta a questo background: entrambi affrontano esperienze difficili, ma si evolvono grazie alle lezioni apprese dalle figure significative nella loro vita.
In un contesto sociale in rapido mutamento, Matano ha visto nella forza dei legami familiari una chiave per affrontare le sfide della propria identità. Ricorda, ad esempio, le lotte della madre per la parità di genere, che hanno ispirato in lui una maggiore consapevolezza riguardo alle battaglie individuali e collettive. Queste esperienze hanno alimentato non solo la sua carriera ma anche il suo desiderio di creare un impatto positivo nella comunità. Dall’insegnamento della madre e dalle esperienze personali, Matano ha costruito un profondo senso di responsabilità verso gli altri, che si riflette sia nel suo lavoro di giornalista sia nella narrazione di storie come quella di **Rocco**, che è un inno alla ricerca di identità e accettazione.
Riflessioni sulla sessualità e l’apertura personale
La questione della sessualità è centrale non solo nel romanzo **Vitamia**, ma anche nella vita di Alberto Matano, il quale ha condiviso apertamente le sue esperienze sul tema. Matano afferma che «nessuno dovrebbe essere chiamato a dichiarare la propria sessualità», sottolineando l’importanza di vivere la propria identità senza costrizioni sociali. Il suo primo bacio con un uomo è avvenuto a trent’anni, un momento cruciale legato a un percorso di autovalutazione e accettazione che ha segnato profondamente la sua esistenza. Questa confessione mette in luce una verità universale: per molti, il viaggio verso la scoperta della propria sessualità è spesso lungo e complesso, carico di timori e aspettative.
Matano si concentra sull’importanza dell’autenticità in questo processo, evidenziando come le esperienze personali influenzino sensibilmente le decisioni e i pensieri dell’individuo. Attraverso la figura di Rocco, il lettore è invitato a confrontarsi con sfide simili, mostrando che la ricerca dell’amore e dell’accettazione spesso implica un dialogo interiore profondo. La narrazione di Matano esplora, quindi, non solo l’amore romantico, ma anche il conflitto tra le aspettative sociali e il desiderio di essere se stessi.
In un mondo in cui le pressioni esterne possono essere travolgenti, l’apertura alla propria sessualità diventa un atto politico e personale. Matano, testimone delle sue battaglie interiori, ci conduce verso una riflessione che invita ad abbracciare la diversità sessuale come parte integrante della condizione umana. La sua visione rappresenta un passo verso una società più inclusiva, dove le persone possono affrontare e condividere le proprie storie senza paura di giudizi. I messaggi di accettazione e amore incondizionato sono essenziali e sono elementi portanti sia nel suo romanzo sia nella sua vita, poiché contribuiscono a costruire un mondo dove ciascuno ha il diritto di scoprire e vivere la propria verità.