PA Aumentata: il ruolo fondamentale del mindset digitale nella Pubblica Amministrazione
La PA Aumentata rappresenta una visione prospettica del ruolo dell’Intelligenza Artificiale nella modernizzazione delle amministrazioni pubbliche. Un approccio che non vede l’AI come sostituto del lavoro umano, bensì come potente alleato in grado di potenziarne e valorizzarne le prerogative. Un paradigma in cui uomo e macchina collaborano in sinergia per erogare servizi pubblici più efficienti ed efficaci.
Il punto di partenza imprescindibile è un ripensamento culturale profondo all’interno delle strutture pubbliche. La trasformazione digitale non può essere ridotta a una mera questione di adozione tecnologica, pena il rischio di ottenere risultati parziali o addirittura controproducenti. È necessario perseguire un’innovazione incentrata sul valore delle persone, fondata su principi di privacy, inclusione e trasparenza.
Le amministrazioni pubbliche devono abbracciare un nuovo mindset, un approccio mentale aperto all’innovazione responsabile e al continuo miglioramento dei processi. Un cambio di passo culturale che valorizzi il patrimonio di competenze già presente negli enti, favorendo al contempo l’apertura verso nuovi modelli organizzativi data-driven e l’acquisizione di nuove skill legate al mondo digitale.
La formazione e la riqualificazione continua dei dipendenti pubblici rappresentano un investimento essenziale per abilitare la PA Aumentata. È fondamentale permettere ai funzionari di utilizzare appieno gli strumenti digitali a disposizione, sviluppando competenze tecniche e attitudini mentali funzionali a una proficua collaborazione con l’Intelligenza Artificiale.
Gli organici della PA devono essere messi nelle condizioni di acquisire un ruolo centrale nel nuovo paradigma, affiancando e supervisionando le tecnologie AI per garantirne un utilizzo etico, trasparente e conforme ai principi di legalità e imparzialità. La formazione rappresenta la chiave per sviluppare un approccio critico e consapevole, evitando pericolose derive di automatismo o delega acritica alle macchine.
Prima di introdurre soluzioni di Intelligenza Artificiale, un passo preliminare imprescindibile è la revisione e la semplificazione dei processi e delle procedure consolidate all’interno della Pubblica Amministrazione. Molto spesso, le inefficienze e le lentezze non sono dovute alla scarsità di risorse, ma a un eccesso di burocrazia, ridondanze e passaggi superflui che appesantiscono l’azione amministrativa.
È necessario uno sforzo di razionalizzazione, finalizzato a standardizzare e ottimizzare i processi laddove possibile. Solo così l’AI potrà essere implementata con la massima efficacia, andando a semplificare e velocizzare le procedure e liberando risorse umane da attività ripetitive o a basso valore aggiunto.
Il cuore dell’approccio della PA Aumentata risiede nella creazione di un modello di collaborazione virtuosa tra persone e macchine intelligenti. L’obiettivo non è la sostituzione dei funzionari pubblici, bensì la costruzione di un ecosistema in cui le straordinarie capacità computazionali e predittive dell’AI possano integrare e potenziare le insostituibili doti di giudizio, valutazione e decision-making degli esseri umani.
Gli algoritmi di Intelligenza Artificiale possono rivelarsi preziosi alleati per interpretare ed elaborare grandi quantità di dati, contestualizzare le informazioni e suggerire opzioni e scenari. Spetta però all’intelligenza umana applicare etica, buonsenso e rispetto delle regole per vagliare le varie soluzioni e assumere le decisioni finali.
Uno dei principi cardine della PA Aumentata è il mantenimento del pieno controllo, da parte degli enti pubblici, sui metodi di funzionamento, sugli strumenti e sulle tecnologie di Intelligenza Artificiale adottate. Si tratta di una precondizione imprescindibile per evitare derive arbitrarie, discriminatorie o comunque contrarie ai valori di imparzialità, trasparenza e rispetto delle regole che devono caratterizzare l’agire della Pubblica Amministrazione.
Gli algoritmi sottostanti ai sistemi AI non devono essere inscrutabili “black box“, ma deve esserne garantita la piena interpretabilità e governabilità. Le amministrazioni pubbliche devono assicurarsi di comprenderne i criteri decisionali, i potenziali bias e le modalità di elaborazione dei dati, manutenendo rigorosi controlli di qualità.
Di certo la costruzione di un ecosistema digitale all’avanguardia orientato al paradigma della PA Aumentata non può prescindere da ingenti investimenti economici e una programmazione di ampio respiro. Gli investimenti previsti dal PNRR rappresentano un’opportunità di straordinaria importanza, ma solo un primo passo. Saranno necessarie ulteriori risorse negli anni a venire per digitalizzare interamente i processi, formare il personale e implementare efficacemente l’IA.
Un’altra direttrice strategica percorribile è la creazione di partnership pubblico-privato tra PA, aziende tecnologiche, centri di ricerca, università ed enti di formazione. Solo attraverso una stretta e fruttuosa collaborazione si potranno sviluppare soluzioni di Intelligenza Artificiale pensate ad hoc per le esigenze delle amministrazioni, efficaci in termini di performance e rispettose dei valori pubblici.
L’implementazione dell’AI nella PA, finalizzata a ottenere un reale valore pubblico, non può quindi che procedere – come in realtà sta già procedendo, in quanto molta AI è già oggi implementata in molti servizi della PA – per gradi attraverso una fase pilota o di sperimentazione. Allo stato, risulta quindi fondamentale iniziare subito a promuovere la condivisione trasparente di risultati, metodologie, casi d’uso virtuosi e best practice tra le diverse amministrazioni impegnate in questo percorso.