AI generativa: impatto di 170 miliardi di euro sul PIL italiano ogni anno
Potenziale dell’AI generativa per l’economia italiana
L’intelligenza artificiale generativa emerge come un’ancora di crescita per l’economia italiana, promettendo un incremento potenziale del Prodotto Interno Lordo (PIL) pari all’8% annuo nei prossimi dieci anni. Questa proiezione decisiva proviene da un recente studio condotto da Implement Consulting Group per conto di Google, i cui risultati sono stati resi pubblici il 16 ottobre 2024.
Secondo la ricerca, una diffusione diffusa delle tecnologie di intelligenza artificiale potrebbe tradursi in un aumento annuo del PIL italiano compreso tra 150 e 170 miliardi di euro nel decennio a venire. Tuttavia, il rapporto evidenzia anche l’essenziale necessità di un’implementazione tempestiva. Un ritardo di soli cinque anni nell’adozione di queste tecnologie potrebbe condurre a uno scenario nel quale i benefici si ridurrebbero drasticamente, con una crescita limitata al 2%.
Queste stime si allineano con le aspettative di un’evoluzione dell’economia sempre più dipendente dalle tecnologie avanzate, dove il potenziale di miglioramento della produttività e dell’efficienza è immenso. Le aziende italiane, pertanto, si trovano di fronte a un bivio cruciale: investire ora nell’AI generativa per non perdere vantaggi competitivi futuri.
Nonostante i timori di impatti negativi sull’occupazione, le prospettive offerte dall’intelligenza artificiale appaiono promettenti. Si prevede che l’AI possa non solo automatizzare compiti esistenti, ma anche facilitare nuove forme di occupazione, stimolando innovazione e creatività in ambiti oggi in parte inesplorati.
Con l’attenzione crescente verso l’adozione dell’AI generativa, il governo e le imprese italiane devono lavorare insieme per sviluppare strategie che supportino la formazione, la ricerca e l’implementazione di queste tecnologie. Solo attraverso un approccio ben pianificato, sarà possibile massimizzare i benefici economici e sociali che l’AI generativa può portare al Paese.
Impatto sul mercato del lavoro
La trasformazione introdotta dall’intelligenza artificiale generativa non si limita a influenzare le dinamiche economiche, ma incide profondamente anche sul mercato del lavoro italiano. Secondo lo studio commissionato da Google, emerge una chiara evidenza di come queste tecnologie possano ristrutturare le professioni esistenti e generare nuove opportunità occupazionali. Si stima che il 58% dei lavori in Italia beneficerà di un’assistenza significativa dall’AI, attraverso l’automazione di compiti ripetitivi e il supporto nella creazione di contenuti, consentendo ai lavoratori di concentrarsi su attività più strategiche e creative.
È interessante notare che circa il 35% delle professioni rimarrà sostanzialmente immutato, segnalando che non tutte le carriere subiranno l’impatto della tecnologia in modo diretto. Tuttavia, specialmente nel 7% dei lavori, vi è il rischio che oltre la metà delle mansioni venga automatizzata. Questo scenario promuove un dibattito necessario sulla formazione e sul riqualificamento della forza lavoro, poiché i lavoratori delle categorie più esposte dovranno adattarsi a un nuovo contesto lavorativo.
Melissa Ferretti Peretti, Country Manager e VP di Google Italy, sottolinea l’urgenza dell’adozione strategica dell’intelligenza artificiale: “Il momento è ora. Gli strumenti di AI sono oggi alla portata di tutte le imprese, non solo di quelle più grandi o con significativi investimenti in infrastrutture”. Ciò implica che le piccole e medie imprese (PMI), rappresentando il pilastro dell’economia italiana, devono essere sostenute nella loro transizione verso un modello di business che integri l’AI. Solo così sarà possibile garantire che anche i lavoratori più vulnerabili possano usufruire dei benefici economici derivanti dall’innovazione tecnologica.
La necessità di investire nella formazione diventa quindi cruciale. Le aziende, in collaborazione con il governo e le organizzazioni del settore, devono avviare iniziative per dotare i lavoratori di competenze specifiche per interagire efficacemente con l’intelligenza artificiale. Ad esempio, le competenze richieste per gestire strumenti basati su AI o per lavorare in ambienti dove l’automazione gioca un ruolo fondamentale, diventeranno sempre più richieste.
In attesa che l’AI continui a evolversi e impatti ulteriormente i vari settori, è evidente che le istituzioni e le imprese devono anticipare i cambiamenti, investendo nel futuro lavorativo del paese e contribuendo attivamente alla creazione di un ecosistema economico in grado di trarre vantaggio da questa rivoluzione tecnologica.
Settori chiave per l’adozione dell’AI
Nel panorama economico italiano, i settori ad alta intensità di conoscenza mostrano un potenziale straordinario per l’integrazione dell’intelligenza artificiale generativa. Le aree delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), insieme alle professioni scientifiche e tecniche, si posizionano come i più promettenti per beneficiare dell’AI. Si prevede che, in questi ambiti, l’adozione delle tecnologie AI possa interessare fino all’80% delle professioni, contribuendo a un significativo incremento della produttività.
Il settore ICT, da sempre nativamente digitalizzato, è in prima linea nell’implementazione delle nuove tecnologie. L’automazione intelligente permette alle aziende di ottenere risultati migliori in termini di efficienza e qualità del lavoro, riducendo al tempo stesso i costi operativi. Analogamente, nelle attività di ricerca e sviluppo, l’intelligenza artificiale sta facilità la gestione dei dati e l’analisi predittiva, accelerando i processi scientifici e innovativi.
Inoltre, le industrie creative, dalla pubblicità al design, stanno iniziando a esplorare l’uso di AI generativa per migliorare la creazione di contenuti. Con l’assistenza dell’intelligenza artificiale, i professionisti possono generare idee innovative e personalizzate, mantenendo la loro creatività al centro del processo. Questa sinergia non solo supporta l’efficienza, ma stimola anche una nuova era di innovazione nel design e nella comunicazione.
Le piccole e medie imprese (PMI) sono particolarmente coinvolte in questa transizione, avendo bisogno di implementare pratiche intelligenti nella loro operatività quotidiana per rimanere competitive. La capacità di sfruttare l’AI può fare la differenza tra restare relevanti e diventare obsoleti, rendendo fondamentale un approccio strategico per la loro adozione.
Infine, la consulenza e i servizi professionali risulteranno anch’essi ampiamente trasformati dall’AI generativa. Grazie a strumenti analitici avanzati, le aziende possono offrire soluzioni più tempestive e su misura, migliorando di conseguenza la soddisfazione del cliente e l’efficacia complessiva del servizio.
Per massimizzare questa transizione, diventa cruciale che il governo e le istituzioni locali supportino le iniziative di formazione e aggiornamento professionale. Solo investendo in competenze specifiche e nell’infrastruttura necessaria, l’Italia potrà capitalizzare il potenziale dell’AI generativa e posizionarsi come leader nella trasformazione economica guidata dalla tecnologia.
Iniziative di Google in Italia
Google ha intrapreso un’importante iniziativa denominata “IA per il Made in Italy”, progettata per sostenere le piccole e medie imprese (PMI) italiane nell’adozione dell’intelligenza artificiale. Questo progetto strategico si concentra su quattro settori chiave: metalmeccanico, abbigliamento, arredamento e agroalimentare. La scelta di questi ambiti è motivata dalla loro rilevanza per l’economia italiana e dal potenziale di innovazione che l’AI può apportare.
Il progetto offre una combinazione di risorse, consulenze personalizzate e opportunità di formazione gratuite, mirate a facilitare l’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle pratiche aziendali quotidiane. Le PMI, che costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana, hanno ora accesso a strumenti e know-how che un tempo erano appannaggio solo delle aziende più grandi e dotate di maggiori risorse.
Ad esempio, Google.org, il ramo filantropico di Google, ha messo a disposizione un grant di 1,5 milioni di euro per sostenere il Fondo per la Repubblica Digitale. Questo finanziamento sarà utilizzato per avviare un bando destinato alla formazione di persone in situazioni vulnerabili, favorendo l’acquisizione di competenze specifiche nell’ambito dell’AI, con particolare attenzione ai settori del Made in Italy. Un passo significativo per garantire che l’innovazione non escluda le categorie più deboli.
Inoltre, Google.org è impegnata nel supporto a cinque organizzazioni italiane attraverso l’AI Opportunity Fund: Europe. Le iniziative di queste organizzazioni, distribuite su tutto il territorio nazionale, si concentrano sulla formazione in AI per diverse categorie di lavoratori. Tra i gruppi prioritari ci sono donne nel settore tecnologico e turistico, migranti a rischio di senzatetto, persone con disabilità in cerca di occupazione e giovani con difficoltà di accesso a impieghi di qualità. Alcune delle organizzazioni coinvolte includono Federturismo Confindustria, Fondazione Progetto ARCA/Progetto Mirasole, SheTech ETS, BetterSocial soc. coop. e Associazione di Promozione Sociale La Rotonda.
Queste iniziative possono contribuire in maniera decisiva a colmare il divario di competenze presente nel mercato del lavoro italiano, offrendo opportunità di crescita e sviluppo a settori e individui che altrimenti potrebbero restare indietro nella transizione tecnologica in corso. Non si tratta solo di formare tecnici e specialisti, ma anche di promuovere una mentalità innovativa che sappia valorizzare l’AI come strumento di trasformazione e crescita personale.
Tutte queste attività testimoniando l’impegno di Google nel creare un ecosistema favorevole all’adozione dell’AI in Italia, promuovendo la collaborazione con le PMI e supportando le categorie di lavoratori più vulnerabili. Questo approccio aiuta a garantire che l’innovazione tecnologica non solo generi profitti, ma contribuisca anche a costruire una società più inclusiva e equa.
L’approccio responsabile di Google DeepMind
Nel contesto attuale, l’intelligenza artificiale (IA) deve essere sviluppata e implementata non solo per innalzare standard di innovazione, ma anche per garantire che i benefici siano accessibili a tutti. Anna Koivuniemi, Head of Google DeepMind Impact Accelerator, ha illustrato come il gigante tecnologico stia perseguendo un approccio responsabile all’IA, articolato in tre principali aree d’azione: creazione, responsabilità e impatto umano positivo.
Il primo passo consiste nello sviluppo di tecnologie che non solo soddisfano le esigenze di mercato, ma che sono anche progettate considerando la sostenibilità e l’equità. Google DeepMind si impegna a costruire sistemi di intelligenza artificiale che possano servire come strumenti di progresso sociale, riflettendo i valori etici fondamentali nel loro ciclo di vita.
La responsabilità nella creazione dell’IA avviene attraverso un rigoroso processo di valutazione, in cui esperti interni overswatcher le fasi iniziali di sviluppo. Inoltre, team multidisciplinari eseguono simulazioni di “red teaming” per identificare e mitigare i potenziali rischi associati alle nuove tecnologie. Questo approccio proattivo permette di anticipare e risolvere problematiche prima che i modelli vengano implementati o diffusi.
Un aspetto distintivo dell’approccio di Google DeepMind è il consulto con esperti esterni. In occasione dello sviluppo di AlphaFold, ad esempio, oltre 50 specialisti hanno contribuito a esaminare le implicazioni etiche e pratiche dello strumento, dimostrando un forte impegno verso la trasparenza e la responsabilità. Questo modello collaborativo ha il duplice vantaggio di arricchire il processo di sviluppo con conoscenze diverse e di accrescere il pubblico affidamento sui sistemi di IA.
Parallelamente, Google DeepMind si dedica ad analizzare le implicazioni a lungo termine delle proprie innovazioni, avvalendosi di ricerche sulla sicurezza necessarie per studiare l’impatto dell’IA nelle diverse aree operative. L’approccio include collaborazioni con istituzioni governative per definire quadri normativi adeguati, assicurando che l’evoluzione della tecnologia sia accompagnata da politiche incisive e illuminate.
Inoltre, il coinvolgimento attivo della comunità scientifica e della società civile attraverso tavole rotonde e conferenze rappresenta un altro fulcro dell’approccio responsabile di Google DeepMind. Dialoghi costruttivi tra accademici, imprenditori e cittadini non solo promuovono la consapevolezza riguardo all’IA, ma aiutano a plasmare un futuro in cui tutte le voci siano ascoltate e considerate nelle decisioni relative alle tecnologie emergenti.
La visione espressa da Koivuniemi evidenzia che l’IA deve essere un alleato dell’umanità, non solo un punto di svolta tecnologico. In questo modo, si crea un ecosistema in cui l’innovazione non è fine a se stessa, ma diventa parte integrante di un progresso globale, inclusivo e sostenibile, capace di affrontare le sfide sociali ed economiche contemporanee.