Galaxy Note 7 smetterà di ricaricare la batteria
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Samsung ce la sta mettendo tutta per cercare di riprendersi dal flop del suo ultimo top di gamma. L’ultima novità riguarda il prossimo aggiornamento disponibile per il Galaxy Note 7.
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Gli stop alla produzione non sono stati sufficienti per ridurre a zero tutti quegli utenti che sono voluti rimanere fedeli al proprio phablet. Pare che un rimanente 10% dell’utenza del dispositivo non abbia ancora deciso di abbandonarlo.
La fedeltà al brand questa volta ha portato solo guai all’azienda che dovrà provvedere con la forza a far desistere i più recidivi. L’aggiornamento europeo di Galaxy Note 7 imporrà alcune drastiche limitazioni al terminale.
La batteria verrà limitata al 30% di carica. Negli USA invece l’update impedirà del tutto al dispositivo di ricaricarsi.
Gli incidenti con Galaxy Note 7
I problemi relativi al Galaxy Note 7 sono sorti già durante la prima settimana dopo il lancio, avvenuto il 19 Agosto 2016. Entro la fine dello stesso mese Samsung opta per sospendere le forniture e un paio di giorni più tardi inizia le procedure di richiamo per i modelli venduti.
Il 9 Settembre subisce il primo provvedimento ufficiale. La Commissione Statunitense per la commissione dei prodotti (CPSC) sconsiglia di utilizzare il Note 7. All’azienda non resta altro che confermare l’avvertimento.
Approfitta intanto per sostituire tutti gli smartphone difettosi. Le vendite riprendono ufficialmente dal 1 ottobre, data che vede sugli scaffali un dispositivo riveduto e corretto.
Un volo in partenza da Louisville, in Kentucky, viene fatto evacuare perchè il Note 7 di un passeggero aveva iniziato a emettere fumo. Si trattava di uno dei nuovi modelli già sostituiti dal produttore. La CPSC avvia un’indagine e la produzione si ferma del tutto. Il ritiro dal mercato è ancora oggi in corso.
Individuati i colpevoli
Si è fatta luce sul mistero che riguarda il Galaxy Note 7. Il problema pare trovarsi tutto nella batteria. Il design dello smartphone non avrebbe lasciato spazio a sufficienza nel vano per adagiarvi un accumulatore standard.
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Le indagini hanno imputato Samsung SDI. Questo ramo dell’azienda eseguiva test in laboratori di proprietà contravvenendo alle norme che obbligano i produttori che vendono dispositivi negli USA ad eseguire i test in uno dei 28 laboratori certificati del Paese.
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