Agenzia Giornalistica Italiana (AGI). Giornalismo 5.0
Agenzia Giornalistica Italiana (AGI): tra il passato e il futuro dell’informazione
– di Letizia Dehò – Correva l’anno 1901 quando il primo telegrafo, simbolo e strumento di quell’ immediatezza della notizia divenuta poi cifra significativa del nostro presente, fece la prima trasmissione transoceanica. Vent’anni dopo, nel 1924, il mondo dei media e dell’informazione esplose ed in Italia nacque la prima agenzia di stampa. Da allora le cose si sono evolute, molto. Ecco la storia del giornalismo: tra sguardi sul passato e prospettive sul futuro.
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Dagli anni Venti agli anni Settanta
Seppure il lavoro del giornalista abbia una storia molto lunga, a partire dagli anni Venti del secolo scorso il settore dell’informazione ha assunto un’importanza rilevante all’interno della società, influenzando sin da subito soprattutto la sfera politica. Non tardarono a capirlo i regimi della storia del Novecento, primo fra tutti il fascismo, che nel 1924 istituì il famoso Istituto Luce.
Nel 1950 arrivò l’Agenzia Giornalistica Italiana. Sono gli anni del boom economico italiano che il Professore Giuseppe De Rita ricorda in questo modo: “Erano anni carichi di energia e di tanta voglia di fare. Oggi si sente ancora l’energia di quegli tempi, ma l’Italia dovrebbe ricevere uno slancio per tornare a rivivere il boom del dopoguerra. A questo paese manca un progetto compiuto che possa portare a qualcosa di grande”.
Negli anni Settanta si assiste invece a quell’industrializzazione di massa senza precedenti durante la quale in Italia le aziende raddoppiarono in numero. Il professore De Rita continua: “E’ quella dimensione di massa che manca al nostro presente. Oggi si vive una parcellizzazione e una molecolarizzazione degli interessi: interessi privati prevalgono su quelli collettivi e le aziende pensano ai propri bisogni piuttosto che al bene comune”.
Nel 1990 tutto cambia
Nel 1990 tutto cambia con l’arrivo di Internet. Se questa nuova rete era già nata da almeno un decennio nella California psichedelica di fine anni Sessanta, in Italia Internet fa la sua comparsa sul finire degli anni Novanta per poi affermarsi definitivamente ad inizio Duemila. Andrea Martella, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Dei Ministri con delega all’Informazione e all’Editoria, afferma: “Le ricadute che Internet porta con sé sono sfide e opportunità che non da meno hanno coinvolto e continuano a coinvolgere anche il giornalismo. Oggi, per esempio, siamo di fronte alla necessità di mettere ordine tra gli interessi contrastanti che genera la rete. Si veda il caso Google che ha suscitato tanto scalpore in Francia”.
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Giornalismo 5.0
Sebbene il giornalismo possa sembrare un settore ormai saturo, in realtà ha ancora un grande margine di sviluppo nell’era del post digitale. Basti pensare agli orizzonti che da pochi mesi si stanno aprendo per l’editoria: Automated Journalist e Augmented Journalist in cui i contenuti editoriali sono prodotti da una macchina in modo artificiale con il sistema definito NLG (Natural Language Generation). Il primo tipo di giornalismo per esempio provvede ad attività che la redazione non avrebbe svolto, il secondo invece consente di essere più veloci nella raccolta e nell’elaborazione delle notizie diminuendo al tempo stesso il numero di errori commessi. Si tratta di ennesimi esempi in cui la tecnologia è sempre più protagonista del nostro tempo e del nostro lavoro. Ma diventa anche un fattore competitivo importante da cui può dipendere il proprio business.
Letizia Dehò
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