Dove vanno gli abiti dopo le sfilate
Una volta che gli abiti hanno sfilato sul palcoscenico delle principali settimane della moda, inizia per loro un affascinante viaggio che li porterà a essere esposti, indossati e, infine, venduti. Gli abiti non vengono semplicemente riposti in magazzino, ma entrano invece in un tour esclusivo che li porta in diverse località del mondo. Questo viaggio è fondamentale per promuovere le creazioni e generare interesse tra i clienti e i rivenditori.
Il primo passo dopo le sfilate è rappresentato dai “re-see”, eventi organizzati in spazi adiacenti alle passerelle dove gli abiti, già indossati dalle modelle, vengono esposti nuovamente. Durante queste esposizioni, esperti del settore, tra cui giornalisti, stylist e buyer, hanno l’opportunità di osservare attentamente le creazioni, analizzandone le caratteristiche e i dettagli. Tale processo consente di costruire una crescente curiosità e aspettativa riguardo ai modelli presentati.
Dopo i re-see, il focus si sposta sulla vendita effettiva. Questo periodo, che può durare circa tre settimane, è caratterizzato dall’apertura degli showroom, dove i marchi minori accolgono i buyer per scegliere quali abiti portare nei negozi. Le maison più importanti, invece, affidano la gestione a merchandiser, che si occupano di stabilire le strategie di lancio dei vari articoli. Le decisioni sui capi da produrre vengono prese con attenzione, poiché non tutti gli abiti presentati in passerella si trasformano automaticamente in prodotti commerciali. Molti dei modelli più elaborati e scenografici vengono spesso riservati per diventare pezzi iconici d’archivio, indossati anni dopo da celebrità in occasioni speciali.
Con il fine di ottimizzare questo processo, è cruciale che i vari dipartimenti coinvolti, dal design alla logistica, siano allineati e coordinati. Eventuali imprevisti o ritardi possono avere ripercussioni sull’intero ciclo di vita degli abiti, rendendo fondamentale una pianificazione meticolosa e una continua supervisione di ogni fase, dalla passerella alla vendita finale.
Il ruolo dei re-see
Subito dopo la conclusione delle sfilate, i re-see rappresentano una tappa cruciale nel viaggio di un abito da passerella al suo successivo destino commerciale. Questi eventi sono progettati per dare una nuova vita alle creazioni presentate, offrendo un’ulteriore opportunità di visibilità a professionisti del settore e appassionati della moda. I re-see si svolgono in spazi dedicati, spesso situati nelle immediate vicinanze delle location delle sfilate, dove le opere possono essere esibite su eleganti manichini, mantenendo il focus sui dettagli e sulla qualità dei materiali utilizzati.
Durante questi eventi, non è raro trovare un mix di giornalisti, influencer e buyer che esaminano gli abiti con attenzione. La possibilità di interagire fisicamente con le creazioni consente ai professionisti di valutare da vicino ogni elemento, dalle finiture ai tessuti, favorendo un incontro diretto con le tendenze emerse dalle passerelle. Questo contatto visivo e fisico costituisce una parte essenziale del marketing e delle vendite, poiché aiuta a costruire un legame emotivo tra i prodotti e gli acquirenti, stimolando il desiderio e l’interesse verso le ultime collezioni.
I re-see non sono solo un’esibizione passiva, ma un’importante piattaforma di networking. Rappresentano un’interazione fondamentale tra i diversi attori del settore moda, creando opportunità per conversazioni, scambi di idee e, in ultima analisi, per la chiusura di affari. I buyer possono decidere quali articoli includere nei loro assortimenti, mentre i designer e i marchi stessi ottengono feedback diretti sulle loro creazioni. Tale feedback è inestimabile e può influenzare le decisioni future in tempo reale, consentendo ai marchi di adattare le loro strategie di mercato sulla base delle reazioni immediate.
Inoltre, le Luxury Fashion Houses spesso si avvalgono dei re-see per far scoprire le nuance delle loro creazioni più intricate, valorizzando così il lavoro artigianale dietro ogni pezzo. Per molti dei partecipanti, i re-see sono un’opportunità anche per vedere abiti da passerella indossati nuovamente, dati in prestito a celebrity e influencer, amplificando la loro visibilità e creando buzz mediatico attorno al brand.
I re-see rappresentano un passaggio fondamentale nel ciclo di vita degli abiti, fornendo uno spazio vitale per esposizioni, interazioni e vendite. Il loro successo dipende dalla progettazione attenta e dalla capacità di attrarre l’attenzione di un pubblico selezionato, rendendo questi eventi non solo momenti di vetrina, ma anche occasioni strategiche per il business.
La fase di produzione e vendita
Una volta completati i re-see, si entra nella fase cruciale della produzione e della vendita, un processo che richiede una pianificazione dettagliata e tempistiche precise. I marchi più piccoli, spesso operano a stretto contatto con i loro buyer, aprendo showroom per far conoscere i pezzi da portare nei negozi. Qui, i buyer hanno l’opportunità di selezionare i capi che ritengono più adatti per il loro mercato e clientela. Le Maison più importanti, invece, adottano strategie più complesse, delegando a team di merchandiser la responsabilità di decidere la tempistica e il lancio delle nuove collezioni.
Durante questa fase, i designer e i marchi devono prendere decisioni fondamentali riguardo quali abiti saranno messi in produzione. Non tutti i capi presentati in passerella trovano la loro strada nella produzione di massa; in effetti, molti dei modelli più audaci e innovativi possono essere destinati a diventare pezzi d’archivio o a essere indossati in occasioni speciali, come eventi di gala o apparizioni sul red carpet. Questi abiti, con la loro unicità, possono rappresentare l’identità e il valore artistico della Maison, mantenendo viva la loro eredità nel tempo.
Le scelte effettuate non riguardano solo i capi da lanciare sul mercato, ma coinvolgono anche una considerazione attenta delle tendenze e delle aspettative dei consumatori. Infatti, i marchi si affidano a rapporti di vendita e analisi di mercato per anticipare le esigenze della clientela e allineare le produzioni di conseguenza. Questo richiede un’interazione costante tra i vari reparti, dalla progettazione e produzione fino al marketing e alle vendite, per tutelare un flusso di lavoro efficiente.
Una volta che gli abiti scelti entrano in produzione, iniziano a prendere forma e a essere preparati per il lancio finale. La commercializzazione dei capi spesso prevede un’attenzione particolare ai dettagli, dalla confezione delle collezioni alla creazione di campagne pubblicitarie. Le Maison lavorano con influencer e celebrity per creare attesa e curiosità intorno ai lanci, utilizzando le prime apparizioni pubbliche come veicolo di promozione.
Il processo di vendita non è mai statico; è accompagnato da eventi dedicati, come trunk show e pop-up, dove i clienti possono ammirare e acquistare le nuove collezioni in anteprima. Questi eventi si rivelano fondamentali per incrementare le vendite e per costruire un legame diretto con il pubblico, mettendo in evidenza non solo i capi stessi, ma anche l’arte e la storia che li accompagnano. Inoltre, la gestione efficace della fase di produzione e vendita rappresenta una delle chiavi del successo di un marchio, in un settore in continua evoluzione e altamente competitivo.
Il viaggio dagli abiti ai red carpet
Una volta che gli abiti sono stati presentati al pubblico attraverso sfilate e re-see, inizia un processo di promozione che li porta a calcare i red carpet di tutto il mondo. Questo momento è cruciale non solo per aumentare la visibilità delle creazioni, ma anche per generare un forte desiderio di acquisto tra i consumatori. Dopo aver selezionato i capi destinati alla produzione, i marchi iniziano a collaborare con celebrità, influencer e stylist per garantire che le loro creazioni siano indossate in eventi prestigiosi.
Le celebri star hanno l’opportunità di “prendere in prestito” gli abiti, spesso prima che questi siano disponibili in negozio, creando un’adesione quasi esclusiva al mondo delle passerelle. Indossare un capo da una nuova collezione di alta moda sulle celebri passerelle rappresenta una forma di marketing potentissima. Le foto delle celebrità che sfoggiano questi abiti nei vari eventi sociali, come premi e festival del cinema, raggiungono migliaia di occhi e possono generare un notevole clamore mediatico per i marchi coinvolti.
Allo stesso modo, gli influencer, una volta che gli abiti sono in vendita, contribuiscono a mantenere vivo l’interesse. Pubblicando contenuti sui social media, questi professionisti della moda mostrano come interpretare i capi e li rendono accessibili a un pubblico più ampio. Questa strategia aiuta i marchi a costruire un legame reale non solo con i consumatori, ma anche con un’intera comunità di appassionati della moda.
A volte, è difficile pianificare esattamente quali abiti arriveranno a chi, poiché le dinamiche con influencer e celeb possono essere imprevedibili. Tuttavia, il processo è essenziale per garantire che la maggior parte delle creazioni prenda vita anche al di fuori del contesto della passerella, rimanendo nel cuore e nella mente del pubblico. Coerentemente con il loro posizionamento di mercato e le strategie di branding, i marchi cercano di scegliere rigorosamente le star da coinvolgere, in modo da rispecchiare i loro valori e il loro estetico.
Le situazioni più fortunate si verificano quando un abito indossato da una celebrità diventa iconico, creando un effetto valanga che spinge le vendite alle stelle. In questi casi, non è solo il capo a guadagnare notorietà, ma intere collezioni possono beneficiare del successo di un unico indumento. La sinergia tra moda, celebrità e social media si rivela, quindi, un elemento chiave in questa fase del viaggio degli abiti, influenzando significativamente la percezione e il comportamento d’acquisto dei consumatori.
La gestione dei capi d’archivio
Una volta completato il ciclo di selezione e produzione, ciò che rimane di molti abiti presentati in passerella è la questione della loro gestione. I capi che non sono stati scelti per la commercializzazione, spesso caratterizzati da design audaci o da un’eccessiva scenografia, non vengono semplicemente abbandonati. Al contrario, diventano parte integrante della storia del marchio e della sua eredità culturale.
Questi abiti vengono generalmente immagazzinati in archivi specializzati, dove sono custoditi con attenzione. Qui è importante mantenere condizioni ambientali ottimali per preservarne la qualità e l’integrità dei materiali nel lungo termine. Non si tratta solo di conservare abiti, ma di proteggere pezzi di arte e design, spesso unici e inimitabili, che rappresentano il culmine del lavoro creativo degli stilisti.
Anche i capi archiviati possono trovare una nuova vita; in rari casi, possono essere selezionati per mostre temporanee o eventi speciali, dove il pubblico ha l’opportunità di ammirarli da vicino. Inoltre, questo processo di selezione può approdare a vendite private, rivolte a dipendenti del marchio, giornalisti e addetti ai lavori. Si tratta di occasioni esclusive che non solo consentono di dare una nuova opportunità a questi abiti, ma allo stesso tempo creano un collegamento diretto e privilegiato tra il marchio e il suo pubblico più affezionato.
Oltre alle vendite interne, esiste anche la possibilità che alcuni di questi capi siano donati a enti di beneficenza o a istituzioni culturali, creando occasioni di visibilità per il marchio e promuovendo iniziative sociali. Questa pratica, sempre più comune tra i grandi marchi, evidenzia un aspetto etico e sostenibile, contribuendo a costruire un’immagine di marca positiva e responsabile.
Gestire i capi di archivio implica anche affrontare sfide logistiche e organizzative. Non sempre è facile monitorare lo stato e la posizione di ogni singolo pezzo; pertanto, è cruciale implementare un sistema di catalogazione efficace. Questo sistema non solo facilita la rintracciabilità degli abiti, ma fornisce anche un’importante risorsa per la ricerca e l’analisi di tendenze passate, influenzando le decisioni future del marchio.
È fondamentale mantenere la connessione tra i capi d’archivio e le nuove collezioni. Infatti, molti designer trovano ispirazione nel passato, rielaborando elementi iconici delle collezioni storiche per creare nuove linee. Così, i capi non commercializzati possono diventare fonte di creatività e innovazione, testimoniando l’evoluzione del marchio nel tempo.