Tratto dall’intervista rilasciata a “Giornale Radio”, media partner dell’opera “Stato di Grazia” con la regia di Luca Telese
Federica Parigi è managing director di “Alfio Bardolla Training Group”, produttore del film insieme a Proger Smart Communication.
Stato di Grazia
“Stato di Grazia – il docufilm”, presentato mercoledì 6 settembre nell’ambito dell’ 80ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica organizzata dalla Biennale di Venezia è prodotto da Proger Smart Communication (PSC) e Alfio Bardolla Training Group (ABTG) con la regia di Luca Telese: racconta la straordinaria storia di Ambrogio Crespi e della sua famiglia: da regista antimafia a uomo condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.
I produttori hanno affidato a Luca Telese la regia del film, con la certezza di ottenere un racconto rigoroso, che si dipana attraverso le parole e gli sguardi di Ambrogio Crespi, della sua famiglia e dei suoi amici, ma anche di figure simbolo della lotta alle mafie, come Sergio De Caprio, il “Capitano Ultimo” che arrestò Totò Riina, e Benedetto Zoccola, testimone di giustizia.
Accanto a loro anche figure istituzionali quali Edi Rama, Primo Ministro dell’Albania, Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno Tocchi Caino, Francesco Storace e Sandro Gozi; giornalisti come Gian Marco Chiocci, direttore del TG1, e Peter Gomez, direttore de Il Fatto Quotidiano; giudici, avvocati e i direttori delle carceri di San Vittore e Opera. Con la partecipazione straordinaria di Lorenzo Flaherty nel ruolo del Pubblico Ministero
Intervista a Federica Parigi
Da dove nasce il desiderio di portare sul grande schermo questa vicenda?
“Siamo quotati in Borsa dal 2017 e ci occupiamo di formazione finanziaria. Ma lo facciamo in un modo particolare, prendendo le persone per mano e accompagnandole nel ridefinire il loro stile di vita. Parliamo di formazione finanziaria perché pensiamo che il denaro sia non solo lo strumento che ci rende ricchi o poveri, ma ci rende anche liberi. Ed è in questo contesto che si inserisce la storia di Ambrogio Crespi, che conoscevamo già e con il quale avevamo avuto delle collaborazioni. La sua storia rappresenta, dal nostro punto di vista, il principio della lotta per la libertà”.
Che cosa avete sentito nella figura di Ambrogio Crespi?
“La libertà per il proprio futuro, la libertà per le proprie passioni. Questo film racconta proprio una persona che ha saputo trasformare il male che gli è successo in un bene, proprio nel momento in cui chiunque si sarebbe lasciato abbattere da una macchina molto più grande di lui”.
Sì, lo ripetiamo, si tratta di uno dei registi antimafia più conosciuti, che ha subito una condanna definitiva per “concorso esterno” proprio in associazione mafiosa, quasi un contrappasso, fortunatamente mediato e rivoltato dalla grazia concessa dal Presidente Mattarella
“Sì, la famiglia di Ambrogio si è attivata subito e noi da subito ci siamo dichiarati disponibili ad aiutarli. Tra l’altro l’iniziativa si inserisce nella strategia dell’azienda di occuparsi di cinema, un modo ottimale per raccontare storie ed esprimere dei valori. Valori personali e anche nazionali”.
Conosciamo Luca Telese per le sue capacità giornalistiche: come lo ha trovato nel ruolo inedito di regista?
“Noi avevamo già collaborato con Luca, un uomo a livello professionale straordinario, che è riuscito a raggiungere traguardi che in Italia pochi sono riusciti a raggiungere. Ci garantiva una grandissima credibilità giornalistica di cronaca, e già conosceva Ambrogio. E’ stato in grado di interpretare e di intervenire con una sensibilità che pochi hanno.”