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L’arrivo di Spotfly in Italia ha aperto un vero e proprio mondo agli utenti, che hanno potuto confrontarsi con un sistema, nato dall’azienda svedese ed esportato con successo all’estero, che permette la creazione e la fruizione di proprie playlist, ascoltabili già su internet senza bisogno di scaricare i singoli file, e che ha probabilmente tracciato una strada importante sul campo, con le ovvie e possibili variazioni sul tema.
E parlando di musica digitale, è impossibile non citare il contributo fornito da Apple, che con iTunes ha cambiato all’inizio dello scorso decennio le regole del gioco.
Ma ora come detto bisogna adeguarsi, e non è detto che sarà l’azienda di Cupertino a dettare il ritmo.
Alla stregua di quanto fatto da Spotfly, infatti, potrebbe non essere la casa californiana a lanciare, tra i giganti del settore, il proprio servizio di streaming musicale, da ottenere in abbonamento, a pagamento, ed anche in prova per un periodo di tempo limitato, e ricevendo in cambio messaggi pubblicitari.
I primi passi sarebbero infatti stati mossi da Google, con l’azienda di Mountain View che sarebbe già piuttosto avanti nello sviluppo della nuova piattaforma, con le trattative già avviate con le major musicali per l’attivazione di un servizio di streaming. Un’offerta che molto probabilmente si estenderà anche a Youtube con la possibilità di visualizzare video a pagamento, molto probabilmente anche da anteprima.
Ed a questo punto è lecito chiedersi come mai Apple, che spesso si è distinta in campo tecnologico sul piano dell’innovazione, non riesca a gettarsi con un comparto che sembra pronto ad un enorme sviluppo da qui ai prossimi mesi.
Ed il nodo sembra proprio vertere intorno ai rapporti che Cupertino intrattiene con le varie major musicali. Sembra che le richieste di Apple siano particolarmente onerose verso le principali case musicali, che non sarebbero disposte, a condizioni non vantaggiose per loro, a dare il via libera all’avvio del servizio di streaming musicale targato Cupertino.
In questo scenario, Google potrebbe conquistare un’ampia fetta di mercato, al momento come detto occupata da Spotfly e da servizi analoghi come Pandora ed anche Amazon, nella sezione dedicata ovviamente ai file musicali.
Le capacità che Google potrebbe riuscire a riversare sul campo specifico, considerando come detto anche cosa potrebbe essere realizzato attraverso Youtube e le implementazioni con lo store online Google Play, potrebbero essere enormi, anche grazie alla possibilità di affiancare i contenuti audio con quelli video. Si tratterebbe di una vera beffa per Apple, a conti fatti, visto che per un servizio di musica fruibile in streaming tramite iTunes le trattative erano iniziate ormai da quasi cinque anni.